martedì 29 marzo 2011

si stava meglio quando si stava peggio?

in questi giorni, a bologna, c'è la fiera del libro per ragazzi.
e io vorrei tanto essere là.
in questi mesi ho avuto un sacco di tempo per rimpiangere il mio lavoro nei libri, per i libri, con i libri. le persone che rendevano quel lavoro piacevole, meno noioso e frustrante. e la gioia che provavo nello sfogliare le copie staffetta, nel familiarizzare con i lettori, nel leggere in treno "i nostrti libri".
il periodo fiera era il più bello e il più brutto insieme. era il più brutto perché il lavoro raddoppiava e mi rendeva nervosa e insopportabile, ma era il più bello perché ci preparavamo per uscire dalla redazione e andare incontro alla gente.
e insomma, oggi è un altro giorno di fiera e io sono a ppp, già stufa della glottodidattica e ansiosa di mettermi alle spalle questo esame, sperando che serva a qualcosa.

domenica 27 marzo 2011

prima che sia troppo tardi

mercoledì andrò a padova a visitare, tra l'altro, la cappella degli scrovegni.
ho passato tre anni a padova, da universitaria fuori sede, e pur avendo studiato gli affreschi di giotto dettagliatissimamente per l'esame di storia dell'arte medioevale, non mi sono mai decisa a vederli dal vivo, forse anche perché a un certo punto li stavano restaurando.
e insomma, ho deciso di approfittare di questi giorni nel magico nord est per godere di una delle innumerevoli meraviglie che immeritatamente si trovano sul territorio italiano, prima che decidano di raderla al suolo per costruirci un grattacielo o un sito di stoccaggio di scorie nucleari.

mercoledì 23 marzo 2011

azzurropillin - anima nomade

un paio di giorni fa ho mandato una mail all'amministratrice del blog animenomadi (che seguo da tempo e di cui, da tempo, trovate il link tra quelli dei blog amici) raccontando la mia storia di espatriata.
mi aspettavo di ricevere le domande a cui rispondere, invece l'amministratrice ha deciso di postare la mia e-mail tutta intera. quindi, se volete leggere, condensata in una mail, la mia esperienza di espatriata cliccate qui

martedì 22 marzo 2011

a onor del vero

c'è una legge, una di numero, che è stata approvata da uno dei governi berlusconi e che amo follemente. quella che di fatto vieta il fumo nei locali pubblici.
l'austria sarà avantissimo su tutto, ma nei locali austriaci si fuma, e anche la sala non fumatori è piena del fumo che proviene dalla sala fumatori, distante solo una porta, che viene continuamente aperta da camerieri e avventori.
per cui ora, che dopo una serata di socialità viennese mi bruciano gli occhi, ho mal di gola e mi sento puzzare come un posacenere pieno di cicche, al punto che non sopporto di starmi vicino e se potessi me ne andrei da me stessa, ecco, ora, sento fortemente la mancanza dell'italia e di una civilissima legge che ha fatto berlusconi.

e comunque la domanda che dava il titolo al post di ieri non era retorica, per cui se vi venisse di rispondere sarebbe bellissimo e ve ne sarei molto molto grata...

lunedì 21 marzo 2011

pessimismo cosmico o sano realismo?

vista da qui l'italia mi sembra un paese triste, grottesco e in grossi guai.
* il tasso di disoccupazione giovanile è al 29,4% (e anche gli occupati non è che se la passino benissimo).
* è al 74° posto nella classifica dei paesi con maggior parità tra uomo e donna
* per trovarla nella classifica dei paesi con maggior libertà di stampa bisogna scorrere un bel po' la lista.
* la corruzione nell'ultimo anno è cresciuta del 30%
* l'evasione fiscale è a livelli record. siamo primi nella triste classifica dei paesi europei con maggiore evasione.
* il presidente del consiglio che propone la riforma epocale della giustizia è imputato in quattro processi.
* il ministro dell'istruzione gelmini sostiene che i tagli alla scuola sono in realtà riduzione degli sprechi. evidentemente la gelmini ritiene la scuola pubblica uno spreco, data l'entità dei tagli.
* il ministo dell'ambiente prestigiacomo si spertica a favore del nucleare. probabilmente non ha capito che il suo compito è proteggere l'ambiente non distruggerlo.
* ci siamo appena tuffati a capofitto in una guerra che l'altro ieri mattina era definita lampo, e l'altro ieri sera si prospettava già lunghissima. tra l'altro abbiamo dichiarato guerra a un dittatore che fino a due giorni fa era accolto con tutti gli onori e con il quale abbiamo fatto grossi affari e sottoscritto trattati di amicizia.
 * le risorse destinate alla cultura sono una percentuale del pil irrisoria, che credo non raggiunga nemmeno l'uno per cento. e siamo il paese al mondo con la concentrazione maggiore di luoghi considerati patrimonio dell'umanità dall'unesco. l'unico petrolio su cui siamo seduti è l'arte e la cultura millenaria che stiamo facendo cadere a pezzi come pompei.

io non so se devo continuare.
(tutti questi dati e percentuali non sono inventati, li ho letti da qualche parte. se qualcuno ha qualcosa da contestare cercherò di risalire alle fonti.)
mi chiedo, sono solo io che la vedo così nera o siamo proprio nella merda fino al collo? e anch'io mi sento nella merda, perché l'italia è il paese in cui sono nata e cresciuta. l'italiano è l'unica cosa che so e l'italia è il paese che amo e nel quale vorrei vivere e lavorare. se me ne sono andata è perché in italia non vedevo un futuro e speravo che tornando dopo un po' il futuro sarebbe stato più sereno e certo. invece più guardo all'italia più mi sembra chiaro che il mio futuro sarà altrove per chissà quanti anni ancora.
e la cosa non mi piace per niente! sia chiaro.

il sacchetto di emergenza

il matematico, ieri, se n'è partito per uno di quei ritrovi di matematici maschi e sociopatici del tipo che mentre tutti i maschi medi guardano la finale di champions loro parlano di forcing e immersioni elementari non proprie.
il matematico quindi se n'è partito per bonn. e bonn uno se la immagina vicina: se la germania confina con l'austria, e noi siamo in austria, che sarà mai. invece è lontana più di 1000 chilometri, per cui il matematico a bonn ci è arrivato in aereo.
mentre preparava la valigia gli ho suggerito di mettere nel bagaglio a mano anche il pigiama, due mutande e lo spazzolino, vuoi mai che ti perdono la valigia e ti trovi fregato, che poi se ti dici figurati se mi perdono la valigia, è la volta buona che lo fanno. insomma, il sacchetto di emergenza con le cose di prima necessità nel bagaglio a mano è un antidoto contro lo smarrimento della valigia. questo pensavo e dicevo convintamente prima di ricevere la seguente mail dal matematico: "indovina un po'? mi hanno perso la valigia! yaaaay!"

venerdì 18 marzo 2011

piano di distrazione di massa

non sono più abituata a studiare. non sono più capace di stare sopra a un libro per più di 10 minuti consecutivi senza sbuffare, fare un giretto, controllare le e-mail, ascoltare una canzone su youtube, leggere un articolo su repubblica o il corriere o la stampa o la bbc, ficcanasare tra i miei amici di facebook e passare da un link all'altro senza ricordare da dov'ero partita, per poi curiosare nei blog degli amici e infine scrivere e-mail e ricominciare tutto da capo.
con la parte destra del cervello cerco di convincermi che tutto quello che leggo e scrivo e ascolto un giorno mi sarà utile, ma con la parte sinistra so che quello che faccio fa parte di un piano eversivo, di un complotto, di un tentativo di distrazione di massa dei miei neuroni, per l'autosabotaggio.
il 31 marzo sosterrò l'esame per ottenere la certificazione in didattica dell'italiano. e devo, devo, devo studiare.

giovedì 17 marzo 2011

peinlich!

una delle parole che in tedesco mi è più utile è peinlich. peinlich significa imbarazzante. ed è proprio peinlich che juan mi dica di aver riso un sacco quando ha letto su un quotidiano spagnolo le ultime dichiarazioni di berlusconi (33 donne sarebbero troppe anche per me). o che josefa mi mostri un giornaletto freepress in tedesco di cui capisco solo le figure: ruby in tutto il suo splendore accanto a berlusconi in tutto il suo cerone da clown.
in particolare, oggi, è stato sehr peinlich vedere esposta in un bar, insieme ad altre, questa cartolina:

mercoledì 16 marzo 2011

avviso di evacuazione coatta e immediata?

da qualche tempo, nel palazzo in cui viviamo, sono iniziati dei lavori per la costruzione di un negozio di cosmetici e prodotti per la casa (un negozio della stessa catena è situato al lato opposto della strada, per cui non se ne sentiva il bisogno, ma vabbè). durante i lavori, le piccole crepe -sottili come ragnatele- che prima percorrevano i muri di casa nostra, si sono aperte, diventando visibili in modo inquietante.
per due volte, a distanza di qualche settimana, l'omino delle crepe è venuto a fotografarle, appartamento per appartamento.
ora è comparso in bacheca, accanto a un foglio in cui qualcuno ha aggiunto con l'evidenziatore verde "grazie per la polvere e il casino che state facendo" un avviso lungo tre pagine scritto in burocratese tedesco.
quale sarà il suo contenuto?
i gentili condomini sono pregati di lasciare tempestivamente l'edificio prima del crollo?
il negozio sotto casa vi regalerà una fornitura annuale di cosmetici e prodotti per la casa per risarcirvi del disagio? (visto quanto mi trucco e quanto pulisco... potrebbe non essere gran che utile, ma a caval donato...)
dopo avervi sfracellato i maroni con il martello pneumatico dalle 6 del mattino alle 8 di sera, sabato inclusi, vi comunichiamo che è tutto a posto?
tra due settimane, per rimettere in sicurezza il palazzo, puntelleremo dall'interno tutti gli appartamenti?
se sapessimo il tedesco potremmo rispondere a tutti questi interessanti interrogativi. al momento speriamo siano buone notizie!

martedì 15 marzo 2011

ogni scarrafone...

ieri ho mandato a mia mamma qualche foto scattata ai miei nuovi e multiculturali amici. erano una decina di scatti, in cui compaiono una femmina, quattro matematici e un dottorando in lingue slave in varie pose e composizioni.
io non sono presente in nessuna foto perché tenevo la macchina fotografica.
dopo qualche ora dall'invio ricevo una mail dalla mamma che chiede, testuali parole "ma tu sei quella con la mano davanti al viso? in altre foto non ti ho visto."
ebbene, c'è un'unica foto in cui compare una persona con le mani davanti al viso, e quella persona, di cui si vedono distintamente la maglietta, le braccia, le orecchie, un po' di capelli, è... un matematico messicano di almeno 80 chili (io ne peso 25 in meno), abbronzatissimo (sono pallida come un cadavere, è dal 2003 che la mia pelle non vede un raggio di sole), con una massa muscolare niente male, giocatore di badminton (il mio massimo sforzo atletico è andare a piedi fino al supermercato di fronte casa), che indossa una maglietta rosa salmone (non tinta unita, ma rosa!!) un orologio da polso bello grosso e ben visibile (credo sia almeno 15 anni che non porto un orologio), i capelli neri e cortissimi (ho i capelli castani e lunghissimi al momento).
allora, io capisco che non sono mai stata campionessa di bellezza e che mia mamma non mi veda da natale, ma scambiare la sua secondogenita con un uomo del genere!

martedì 8 marzo 2011

la vittima conosceva il suo assassino

tutta la cronaca nera italiana cui sono stata abituata ha sempre dato per scontato che se una donna viene trovata in casa sua, sgozzata, soffocata, accoltellata, stuprata, orrendamente mutilata e la porta non presenta segni di scasso, significa che la vittima conosceva il suo assassino.
bene, sappiate che se mi troveranno qui, in una delle condizioni sopra descritte, questo non dovrà affatto essere dato per scontato: poiché non sono in italia, mi sono convinta che qui, dove la criminalità quasi non esiste, nessuno potrebbe farmi del male. per questo motivo apro a chiunque senza nemmeno chiedere chi è. tanto non capirei la risposta. (a mia discolpa c'è da dire che controllo dallo spioncino che la persona che ha suonato non abbia un'arma in mano.)
il postino, l'omino del gas, quello che fotografa le crepe, lo spazzacamino... la porta è aperta per tutti!
soprattutto per gli amici che vorranno venire a trovarmi.

lunedì 7 marzo 2011

cerimonia del tè


per la cerimonia del tè, non si usano le foglioline di tè, come io mi ero ignorantemente immaginata, ma il matcha. che è polvere di tè verde.
un paio di cucchiaini di questa polvere viene posto nella tazza, nella quale si aggiunge acqua molto calda, ma non bollente. il tutto viene energicamente mescolato con l'oggetto di bambù che vedete nella foto (il chasen) che fa in modo che la polvere si sciolga.
il sapore di questa bevanda, molto amara, è simile a quello degli spinaci.
prima e dopo aver bevuto il tè si può anche mangiare. nel piattino qui sotto, oltre alle mie frittelle vedete dei tipici dolci di riso ricoperti di soia (warabimochi). non sono affatto dolci e la consistenza è simile a quella degli orsetti gommosi, o a quella dei calamari.


l'amico giapponese che ci ha invitati è di una gentilezza disarmante. quando beve troppo sake le guance gli diventano tutte rosse e gli occhi si stringono in due fessure ancora più sottili, e insomma, se il dolci non dolci e il tè amarissimo che sa di verdura te li offre lui, non puoi pensare che sia tutto buonissimo!

domenica 6 marzo 2011

frittelle alla crema - fatto



dopo averle a lungo desiderate, le ho realizzate seguendo alla lettera una ricetta trovata on-line.
assicuravano che l'impasto, una volta fritto, avrebbe dato magicamente vita a delle frittelle vuote dentro. falso.
per farcirle, non avendo la magica tasca del pasticcere, né delle magiche frittelle vuote dentro, ho usato la tecnica del taglia e farcisci.
il risultato si è rivelato dignitoso.
la memorabile puzza di fritto che aleggia in tutta la casa mi dissuaderà dal riprovarci per almeno altri 365 giorni.

ma la domanda, ora, è: dove butto il mezzo litro d'olio di semi di arachidi che ho usato per friggere?

venerdì 4 marzo 2011

buon compleanno!

il matematico non si ricorda una data neanche a morire. a malapena sa quand'è il suo compleanno, e ogni volta devo ricordargli quanti anni abbiamo.
l'unico parente del quale riesce a ricordare l'età è il nipote nato nel 2000, cifra tonda. ricordare il giorno è comunque impossibile per lui.
essendo per la sua famiglia molto importanti i compleanni, gli anniversari e persino gli onomastici, pena vedersi tenere il muso per giorni, tra i componenti della famiglia, all'avvicinarsi di una ricorrenza, nasce l'impulso irrefrenabile di ricordare al matematico di fare gli auguri. per cui: il padre ricorda il compleanno della madre e viceversa, la sorella ricorda l'anniversario di matrimonio dei genitori, il cognato ricorda il compleanno della sorella, la madre ricorda l'onomastico del nipote, il nipote ricorda il compleanno del cognato in un balletto di e-mail clandestine, sms in codice, frasi su skype sussurrate lontane da orecchie indiscrete alcuni giorni prima della data x.
sarà in grado il matematico (o io per lui), dopo la spesa ma prima di andare alla cerimonia del tè, di ricordarsi che domani è il compleanno di sua madre?
speriamo...

giovedì 3 marzo 2011

il razzismo all'incontrario

per anni hai visto la gente schifare i rom, gli zingari, i rumeni, gli albanesi. l'hai vista cambiare posto quando un negro gli si sedeva accanto, girare la testa dall'altra parte e rifiutare l'elemosina a un immigrato con gli arti amputati o deformi.
per anni hai visto signore per bene lamentarsi della puzza che emana una nigeriana, delle troie dell'est che affollano i marciapiedi dopo il tramonto, dei vucumprà che suonano alla porta e pretendono che compri calzettoni tarocchi a pacchi di tre e accendini anche se non fumi.
per anni l'hai visto fare apertamente, e un po' meno apertamente l'hai fatto anche tu.
poi capita che te ne vai dal tuo paese, dove la disoccupazione giovanile è al 30%, i salari di ingresso sono fermi a 30 anni fa, dove un ricercatore è pagato meno della metà che all'estero, dove la parità tra uomo è donna è solo un principio fondamentale sancito dalla costituzione (e visto quanto è considerata la costituzione...), dove il 50% della ricchezza è in mano al 10% delle famiglie, dove il presidente del consiglio è il più gretto, superficiale, imbrarazzante, farabutto tra i cittadini.
a quel punto sei tu quello che viene schifato, deriso, compatito e insultato. non per tuoi demeriti o per le tue meschinità, non per la tua maleducazione o le tue mancanze ma soltanto perché la classe politica che governa il paese da cui provieni è tutto ciò che tu non sei, non vorresti essere e da cui sei fuggito.

mercoledì 2 marzo 2011

la mia carta costituente - 10 cose per cui secondo me vivere vale la pena

1 il cielo azzurropillin
2 il cioccolato al latte con il riso soffiato
3 i libri che ho amato e quelli che amerò
4 una bella notte di sonno, sotto il piumone, con i calzini da letto, accanto alla persona che amo
5 il gelato di grom (marron glacé, crema di grom, cono biscotto)
6 stare seduta sul muretto della chiesetta dell'ancona di ppp a chiacchierare con un'amica
7 il film "scoprendo forrester"
8 camminare con l'ipod nelle orecchie in modalità "i 25 brani più ascoltati"
9 sapere che le persone che stimo sono certe che ce la farò
10 vedere in vetrina un libro che ho tradotto/scritto/curato/letto prima che diventasse libro


( se volete pensare e postare nei commenti la vostra carta costituente, siete i benvenuti)

martedì 1 marzo 2011

l'elenco delle cose per cui vale la pena vivere

stamattina, mentre facevo una scorpacciata di parole italiane in vista della successiva immersione nelle parole tedesche, mi sono imbattuta in questo pezzo di roberto saviano che vi consiglio di leggere.
in particolare mi sono subito innamorata di queste frasi: "E sono sicuro che l'elenco delle cose per cui vale la pena vivere è un esercizio fondamentale per ricordarsi ciò di cui siamo fatti. Una carta costituente di noi stessi. Mi piacerebbe passare il tempo ad ascoltare cosa scrivono le persone, le loro dieci cose che danno senso alla vita. Mi sarebbe piaciuto poterle leggerle in trasmissione. Ma le parole bisogna sempre saperle risparmiare."
trovo molto bella l'idea, l'immagine, che le cose per le quali secondo noi vale la pena vivere in qualche modo siano i fondamenti della nostra persona.
invece la frase "ma le parole bisogna sempre saperle risparmiare" mi ha ricordato moltissimo una delle mie citazioni preferite: "le parole, per essere importanti, devono essere poche". non ricordo chi l'abbia scritto però è un criterio cui mi sono sempre ispirata: le parole sono importanti, con le parole si possono persino compiere delle azioni giuridicamente rilevanti (per esempio "io vi dichiaro marito e moglie" in un dato contesto fa qualcosa, cambia la realtà), per cui non solo le parole devono essere poche, secondo me, ma devono essere anche quelle giuste.