giovedì 30 giugno 2016

la mafia ungherese dei mobili regalati

poiché gli inquilini che verranno ad abitare l'appartamento che è stato mio e del matematico non sono interessati ai nostri mobili, abbiamo dovuto cercare qualcuno che si prendesse letto, divano, libreria e scrivania.
all'inizio speravamo di rivendere tutto e ricavarci almeno 300 euro. poi, giorno dopo giorno, vedendo che nessuno se li voleva prendere nemmeno a prezzo ribassato, ci siamo arresi a regalarli per non rischiare di rimetterci dei soldi. (nel trasloco da torino ci hanno addebitato 300 euro per smaltire dei mobili in perfetto stato da cui speravamo di ricavare dei soldi.)
quindi, memori della pessima esperienza, abbiamo provato a donarli a un paio di associazioni tipo caritas, che però non hanno magazzino e quindi hanno declinato l'offerta non avendo immediato bisogno di quel tipo di mobili.
alla fine ci siamo arresi a regalarli su willhaben.at, un sito frequentatissimo di vendita tra privati.
in meno di un'ora dalla pubblicazione degli annunci mi hanno contattata in 15.
e io ho deciso di puntare su alex, che mi è sembrato a istinto il più motivato, preciso, tempestivo e interessato.
con un po' di ritardo, che mi ha fatto temere di aver puntato sul classico cialtrone che promette e non mantiene, è arrivato alex munito di camioncino turchese-ungherese e di compare.
giovani, nerboruti, educati (si sono entrambi tolti le scarpe per entrare in casa) in meno di un'ora si sono smontati e portati via tutto con la professionalità di esperti addetti ai traslochi.
e ora immagino che porteranno i nostri mobili in ungheria e li rivenderanno a caro prezzo.
se vedete un divano ikea klippan blu elettrico a sopron, potrebbe essere il nostro.

mercoledì 29 giugno 2016

pensieri sparsi sul traslocare

1. traslocare è una gran rottura di scatole

2. traslocare con un accumulatore compulsivo richiede doti zen che non possiedo (ieri sera io e il matematico abbiamo litigato perché io volevo mettere nel sacco per la caritas una maglietta dell'ACR di 15 anni fa tutta lisa, e lui no. alla fine ci porteremo dietro anche la maglietta dell'acr.)

3. traslocare mi ha fatto venire in mente un romanzo che ho molto amato nell'adolescenza, si chiamava "il vangelo secondo larry", il protagonista aveva solo un numero limitato di oggetti (mi pare 70) e ogni volta che decideva di tenerne uno nuovo rinunciava a uno vecchio. essere come larry è l'unico modo per non uscire isterici durante un trasloco.


4. scrivere il contenuto delle scatole sulle scatole stesse è didascalico e noioso. ho optato per lasciare le scritte della traslocatrice da cui abbiamo comprato gli scatoloni usati e ho aggiunto descrizioni creative, giusto per complicarci la vita.

5. "non abbiamo tante cose, ci sta tutto" è una bugia. la verità è che abbiamo una marea di cose e non ci sta niente.

6. sono sicura che il decluttering è stato inventato durante un trasloco. l'avrei inventato io stessa ieri o l'altro ieri se non esistesse già.

7. fare gli scatoloni è come svuotare il mare con un cucchiaino.

8. le scatole per trasloco sembrano piccole solo se le riempi di cappotti invernali. riempite di libri le stesse scatole hanno il peso specifico dell'uranio impoverito.

9. anche se non hai figli, non collezioni mappamondi, leggi solo ebook, la quantità di roba che ti devi portare via ti sembrerà sempre troppa.

domenica 19 giugno 2016

come vedere le partite degli europei di calcio

tra la diretta delle partite su orf (il canale austriaco che ha acquistato i diritti tv) e la telecronaca in italiano delle partite stesse, c'è una voragine temporale di 14 secondi.
mentre la radio sta commentando l'azione da gol, i giocatori in tv stanno ancora palleggiando in modo inconcludente.
lo so che 14 secondi sembrano pochi, ma a quanto pare le azioni davvero significative durano molto meno; così, mentre in radio stanno già esultando per il gol, in tv non sta succedendo niente, e quando finalmente vedi il gol per cui i cronisti hanno già smesso di esultare, non riesci nemmeno ad essere contenta perché lo sapevi già che avrebbe segnato e a quel punto è molto meno emozionante.
ecco, vivere all'estero è così. tutto quello che capita ai tuoi amici e parenti succede e quando ti raggiunge ti lascia l'amarezza di quei 14 secondi di distanza, che non ti permette di essere davvero partecipe di niente.
come quando capisci una barzelletta quando tutti hanno già smesso di ridere.

mercoledì 15 giugno 2016

di bowling, banane rosse e gare di passi

il matematico beve acqua frizzante in bottiglia. invece di schiacciare le bottiglie vuote e metterle nel sacchetto della plastica il matematico le lascia in giro per la casa, soprattutto sul tavolo da pranzo, da cui spesso cadono perché urtate accidentalmente.
per scherzare gli ho chiesto se dovesse giocarci a bowling, che era un modo per invitarlo a metterle in ordine.
lui invece l'ha preso come una proposta seria, ed è così che abbiamo giocato una partita in corridoio con 10 birilli e dieci tiri, che io ho stravinto.
nella foto uno strike del matematico.


il matematico nei suoi viaggi per il mondo ha iniziato ad apprezzare il cibo "esotico". è per questo che ha comprato tre banane rosse.
la prima è stata aperta e buttata nel cestino dopo due giorni quando, guardando un video su youtube a tema, abbiamo scoperto che quelle banane erano crudissime.
ora abbiamo due banane rosse in cucina da un paio di settimane e ancora sono dure come il marmo.
a questo punto credo che ce le porteremo in italia.

questa cosa delle gare di passi ha preso un po' il sopravvento.
la settimana scorsa ho fatto più di 170.000 passi, una media di 25.000 passi al giorno. che equivalgono a più di venti chilometri a piedi, al giorno.
in questi 15 giorni ho fatto molti più passi che nell'intero mese di gennaio.

domenica 12 giugno 2016

di mezze maratone, magliette nel congelatore e foodora

a 18 giorni dal trasloco, la pazzia sembra essere il denominatore comune delle giornate mie e del matematico.
oggi per esempio sono uscita e ho corso la mezza maratona. era da un mese che non correvo più di 15 km. di solito ne corro 9 o 12.
se leggo gli scambi tra runner veri, quelli fanno almeno un'uscita di 18km prima della mezza, mangiano come si deve, hanno il coach, le tabelle, le ripetute, gli scarichi, il certificato medico, l'elettrocardiogramma sotto sforzo, mi rendo conto che il mio approccio alla forrest gump è assolutamente irresponsabile.
io esco alle 8 e mezza di mattina a digiuno e infilo 21 km a 11km/h.
al 12° km c'era il matematico al punto concordato con una bottiglietta d'acqua ed era presente anche al traguardo.

le magliette che uso al lavoro escono dalla lavatrice che profumano di ammorbidente e puzzano di sudore dopo meno di venti minuti di utilizzo.
tenerle a bagno nel bicarbonato prima di metterle in lavatrice aveva risolto il problema, fino a che ho finito il bicarbonato comprato in italia. qui a vienna pare essere venduto solo sotto forma di bustine da lievito per dolci.
è così che ho iniziato a ficcare le magliette in congelatore per una giornata. pare che il freddo uccida i batteri che causano il cattivo odore. e in effetti funziona. quindi in congelatore ci sono piselli surgelati, bastoncini di pesce e magliette.


il matematico, nelle cose da fare prima del grande trasloco, aveva inserito ordinare la cena a domicilio con foodora.
foodora è un servizio convenzionato con moltissimi ristoranti che per la consegna si avvale dell'utilizzo di ragazzi in bicicletta, riconoscibili dal marchio bianco su fondo rosa acceso.
il motivo per cui si sia fatto consegnare a casa un pasto carissimo in barattoli di plastica da un ristorante in cui sarebbe potuto benissimo andare a piedi è inspiegabile come il motivo per cui io la domenica mattina corro per 21.097 km invece di stare sul divano a poltrire.

venerdì 10 giugno 2016

due su due

la vedete la copertina qui sopra?
ecco, c'è scritto perché con l'accento grave anziché con l'accento acuto.
farlo notare o no all'autore e/o all'editore?

e che dire di questo estratto, preso da un romanzo self?
far presente o no che è scritto male, che ci sono dei gravi errori di grammatica?

ecco, io ho deciso che questa volta starò zitta. che non è affar mio. che chi ha gli strumenti per accorgersi degli errori se ne accorgerà, e chi non se ne accorgerà pazienza.
devo smetterla con questa cosa di sentirmi in dovere di correggere tutti i refusi del mondo e farmi una vita.